Il foro, uno spazio aperto circondato da edifici sacri e amministrativi, era il cuore della città romana fin dalla fondazione: qui i cittadini si incontravano per parlare di affari e politica, eleggere le magistrature e compiere sacrifici. A Lucca era una zona rettangolare di circa 140x120 metri, ben più grande dell'attuale piazza S. Michele, posto al centro della città: il lato meridionale era delimitato dal decumanus maximus, oggi ricalcato dalla via S. Paolino e Via S. Croce mentre il lato orientale era costituito dal cardo maximus, oggi Via Fillungo e Via Cenami.
Purtroppo pochi resti testimoniano gli edifici che dovevano contornare il foro: sul lato Est, dove ora sorge la Banca Nazionale del Lavoro, doveva trovarsi un tempio, realizzato in blocchi quadrati di travertino, con pavimento a mosaico; un altro edificio sacro sembra che si trovasse sul lato Sud, ma di questa struttura si è trovato solo parte del basamento durante uno scavo in Via Vittorio Veneto. In questi luoghi di culto gli abitanti della città andavano per celebrare le feste, compiere sacrifici e atti devozionali.
In epoca augustea, l'area occidentale del foro venne abbellita con un nuovo tempio, edificato sui resti di quello precedente: il nuovo edificio sacro era completato da un altare circolare abbellito da decorazioni vegetali e teste di toro scolpite, ora conservato nel museo di Villa Guinigi.
Alla fine del II e all'inizio del III secolo d.C. la città entrò in crisi economica e l'area del foro perse progressivamente importanza fino ad essere abbandonata. Nel IV secolo d.C. il cuore della città diviene la nuova cattedrale. La zona del foro, con al centro la chiesa di S. Michele ritornerà ad essere il cuore della città solo nel Medioevo.