Nella chiesa di S. Agostino all'interno della cappella destra si trovano due oggetti legati dalla stessa leggenda: sull'altare in fondo, l'immagine della Madonna del Sasso e, sul pavimento a sinistra, la bocca dell'inferno.
Secondo la leggenda, illustrata dalle scene dipinte sopra la botola, un giocatore di dadi che aveva puntato una grande somma invocando l'aiuto della Madonna, poiché aveva perso irato scagliò un sasso contro l'immagine mariana; appena la pietra colpì la spalla della Vergine, come si può vedere ancora oggi danneggiata, cominciò a sanguinare e si aprì una voragine nel terreno sotto i piedi dell'uomo, che non fu subito inghiottito, ma rimase sospeso in aria.
Pur avendo avuto il tempo di chiedere perdono, come lo invitava a fare la folla radunatesi intorno, non si pentì e sprofondò nella bocca dell'inferno.
In seguito si fecero delle prove calandovi una corda che ritornò bruciata e, per evitare che i bambini vi gettassero sassi e che risalisse l'odore di zolfo si decise di chiudere la voragine con la una botola di ferro sulla quale spicca una croce, così come la vediamo ancora oggi.
Sopra di essa campeggia la scritta che ricorda la misericordia della Madonna pronta a perdonare il blasfemo se solo si fosse pentito.