Questo enorme crocifisso ligneo, di 2,45 x 2,75m, è un reliquario contenuto attualmente in una cappella a metà della navata sinistra di S. Martino.
Secondo la leggenda sarebbe stato scolpito dal discepolo Nicodemo che però non ebbe il coraggio di completare il volto di Gesù, finito nottetempo dagli angeli. Per sfuggire alle persecuzioni la statua fu messa su una nave senza equipaggio che nel 742 giunse al porto di Luni; da qui il vescovo lucchese Giovanni I, avvertito in sogno del suo arrivo, portò il crocifisso, conteso dai Lunensi, a Lucca, poiché molti miracoli avevano indicato che questa fosse la volontà divina.
Il crocifisso che oggi vediamo, scolpita nel legno di noce, sembra essere una copia di XI o XII secolo di una precedente statua e rappresenta Cristo che trionfa sulla morte, indossando una veste sacerdotale, in origine probabilmente rossa, con il volto piegato di lato, incorniciato da una barba biforcuta in cui spiccano i grandi occhi aperti che sembrano seguire il fedele.
In origine era collocato in S. Frediano poi, in seguito ad un evento miracoloso, fu traslato in S. Martino dove venne appeso in alto, fino alla costruzione della cappella attuale, realizzata da Matteo Civitali nel 1484: un recinto ottagonale con colonne dorate gli angoli sotto la trabeazione che sorregge la cupola decorata a scaglie di pesce colorate e divisa da costoloni che si uniscono alla lanterna terminale.
La cappella è chiusa sui lati nord, sud ed est da grate in ferro battuto, mentre i tre lati a Ovest da lastre di marmi policromi che ospitano sul lato interno, la statua di S. Sebastiano, il ritratto del committente, Domenico Bertini e il suo simbolo araldico, il gallo che becca la spiga.
Il volto Santo ha compiuto vari miracoli e fin dal Medioevo è stato oggetto di culto e pellegrinaggi, che resero Lucca una tappa imperdibile della Via Francigena, e divenne il simbolo della città che lo raffigurava anche sulle sue monete.
Ancora oggi la città lo celebra la sera del 13 Settembre con una solenne processione che partendo da S. Frediano attraversa la città fino alla sua cappella dove i fedeli lo possono ammirare addobbato dal celebre corredo di corona e gioielli, conservati gli altri giorni nel Museo della Cattedrale.