A metà di Via S. Croce, l'antico decumano della città romana, si apre Piazza Bernadini che prende il nome dalla importante famiglia lucchese che fece erigere proprio qui il suo palazzo, simbolo del potere raggiunto nel governo della città e della loro ingente ricchezza.
L'armonia simmetrica della facciata è turbata da una finestra a al lato del portone d'ingresso, che presenta uno stipite incurvato: è la cosiddetta pietra del Diavolo.
La leggenda tramanda che nel 1512 Martino Bernardini commissionò a Nicolao Civitali il progetto del palazzo che prevedeva l'abbattimento di numerose case tra cui una che presentava sul muro una venerata immagine sacra; dopo giorni di dubbi se fosse il caso di cambiare il progetto per non distruggere l'icona, il diavolo stesso convinse Martino a non sminuire la grandezza del suo palazzo per un immagine di poco conto, di un artista poco noto.
Fu così che nonostante le paure degli operai si provvide a distruggere la casa e a costruire il nuovo palazzo ma, quando si mise in opera lo stipite della finestra nel punto esatto in cui si trovava l'immagine sacra la pietra improvvisamente si incurvò.
Si provò a sostituirla ma anche la successiva appena toccato il muro si piegò, finché il capofamiglia Bernardini, forse pentito dell'atto blasfemo che aveva compiuto, lasciò la pietra al suo posto e provvide solo fermarla con la grappa di ferro, che si vede ancora oggi, per scongiurarne la caduta.