La Repubblica di Lucca, riconosciuta da Federico Barbarossa nel 1162, nel Medioevo ebbe una storia travagliata con parentesi di signoria e dominazioni straniere.
Il Rinascimento portò a Lucca la restaurazione della Repubblica grazie a una rivolta popolare capeggiata da Pietro Cenami e Lorenzo Buonvisi, esponenti di due importanti famiglie cittadine, che posero fine alla signoria di Paolo Guinigi.
Pur con un territorio ridotto per le conquiste estensi e fiorentine, Lucca ebbe nella seconda metà del XV secolo un periodo di prosperità grazie ai commerci internazionali di sete pregiate che incrementarono i patrimoni delle maggiori famiglie lucchesi, le quali cambiarono il volto della città costruendo i loro grandi palazzi a discapito delle strette case e delle torri medievali.
Alcuni esponenti di queste famiglie, che avevano contatti commerciali con il nord Europa portarono la Riforma Protestante a Lucca, città che si mantenne sempre tollerante e che non accolse mai tra le sue mura l'Inquisizione.
L'esodo di alcune di queste famiglie, per paura di una crociata papale, unita alla crisi della produzione di seta, portatrice dei disagi sociali culminati nella Rivolta degli Straccioni del 1531, impoverirono la città che si chiuse in se stessa varando riforme di stampo oligarchico: nel 1556 il Gonfaloniere (capo del governo della Repubblica) Martino Bernardini promulgò una legge che imponeva l'accesso alle cariche pubbliche solo alle famiglie lucchesi di antica ascendenza.
Il XVII secolo, portò un nuovo periodo di prosperità: l'indipendenza e la sicurezza del territorio furono garantite, dopo la vittoriosa guerra con gli Estensi in Garfagna (1604-1620), da un'accurata politica basata sulla diplomazia internazionale e l'alleanza con l'Impero, unita alla costruzione di una inespugnabile nuovo circuito murario (vedi), capolavoro dell'ingegneria militare dell'epoca ultimato nel 1645.
Nel XVIII secolo la Repubblica partecipò al clima illuminista diffusosi in tutta Europa e si impegnò a promuovere la cultura: nel 1758 Ottaviano Diodati stampò la prima edizione italiana de “L'Encyclopèdie” di Diderot e D'Alembert e alla fine del secolo nacque l'Università lucchese.
Nel 1799 le truppe napoleoniche entrarono in città e sostituirono l'antica repubblica oligarchica con una democratica di stampo giacobino finché nel 1805 nacque il Principato di Elisa Bonaparte: inizia così la storia di Lucca Ottocentesca.